La V come V-day, il giorno del Vaccino, ma anche come Vittoria. Una Vittoria della scienza e della volontà. Come disse Winston Churchill nel 1941: «Le dita a V sono il simbolo di una volontà inespugnabile!».
Molti mi chiedono in questi giorni se vaccinarsi, se il vaccino è sicuro, se non ci è voluto troppo poco tempo per produrlo. Vi dirò anzitutto perché è stato possibile ottenere il vaccino in tempi così brevi. Prima di tutto è stato messo in campo uno sforzo mai visto prima, che ha visto coinvolte molte aziende e molti laboratori di università in tutto il mondo, le stesse università e gli ospedali hanno messo a disposizione le loro strutture per le varie fasi della sperimentazione, e moltissimi volontari si sono messi immediatamente a disposizione in tutto il mondo. Inoltre, questo tipo di vaccino non richiede colture cellulari, ed era già presente un modello efficace grazie agli studi sulla MERS e sulla SARS. Queste condizioni hanno permesso di procedere alla fase 1 alla fase 2 contemporaneamente e di passare alla fase 3 in pochissimo tempo. La fase 3 è stata a sua volta monitorata in tempo reale permettendo agli enti Europeo (EMA) e americano (FDA) di procedere con priorità assoluta alla verifica dei dati. Tutte queste condizioni insieme hanno permesso di abbreviare un percorso che normalmente può richiedere fino a 5 anni. La vera questione del vaccino non è la sua sicurezza, ma piuttosto per quanto tempo sarà in grado di garantire la copertura efficace. Ma anche in questo caso non si tratta di una anomalia, quanto piuttosto di una cosa a cui siamo abituati. Infatti, chiunque si vaccini contro l’influenza sa che deve ripetere il vaccino ogni anno. Il mio consiglio per i pazienti affetti da MICI è di fare assolutamente il vaccino per COVID-19, così come quello per l’influenza, nei tempi indicati dai piani vaccinali regionali. Presto usciranno indicazioni ancora più precise da parte del Gruppo Italiano per lo Studio delle MICI (IG-IBD) e che commenteremo insieme non appena disponibili.
Dott Gianluca Sampietro.